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Filo interdentale

Inventato da un dentista di New Orleans nel 1815, nella prima versione era realizzato con la seta.

Nella Seconda Guerra Mondiale fu sostituito col nylon perché risultava essere più resistente ed elastico e quindi più facile da utilizzare.

 

È di fondamentale importanza per la pulizia delle superfici interdentali laddove la detersione con lo spazzolino da denti non è sufficiente per rimuovere in modo minuzioso i residui di cibo e placca dentale tra i denti.

 

L’ideale è utilizzarlo almeno una volta al giorno.


Il filo interdentale è comunemente rappresentato da una versione a gomitolo ma può essere reperito anche sotto forma di forcella o di ago passafilo (archetto)

Analizziamo i diversi tipi:

• Filo interdentale cerato: è un filo di nylon standard con un piccolo rivestimento in cera per far sì che si spezzi di meno, ma lo rende svantaggioso nel passaggio di punti stretti

 

• Filo interdentale non cerato: è di nylon sottile e può rompersi o sfilacciarsi più facilmente

 

• Filo spugnoso è in genere pre-tagliato ed è composto da 1 o 2 estremità semi-rigide con al centro una parte spugnosa e spessa. Si utilizza prevalentemente in coloro che hanno apparecchi ortodontici e protesi fisse

 

• Filo aromatizzato: può essere aromatizzato alla menta o altre fragranze

 

• Filo in seta, teflon o polietilene: oltre che il nylon abbiamo queste varianti

L’utilizzo del filo interdentale richiede una tecnica e una manualità più accurate che si possono acquisire nel tempo.


È dimostrato che previene la patologia cariosa ed infiammatoria del tessuto gengivale, con conseguente parodontite.

 

Il corretto utilizzo del filo prevede un movimento verso l’alto e verso il basso delle superfici prossimali dei denti (punti di contatto), facendolo scivolare delicatamente da sotto il margine gengivale fino alla superficie del dente

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